Delivery "Tuttofare": Quando la Consegna Sfida Sicurezza e Normative

 




I contenitori per il delivery si trasformano magicamente in cassoni porta tutto, una beffa non solo al protocollo sanitario, ma anche a quello INAIL che fissa un limite massimo di carico di 9 kg. Sembra che le applicazioni, nella loro incessante corsa al raggiungimento degli obiettivi, non si fermino di fronte a nulla, nemmeno alla sicurezza dei consumatori.

Un esempio lampante è rappresentato dalle convenzioni con negozi come Brico. È evidente che Brico non venda alimenti, ma prevalentemente prodotti chimici. Il rischio che uno di questi prodotti si rovesci durante il trasporto è tutt'altro che trascurabile, con la conseguente potenziale contaminazione dello zaino termico del rider. Uno zaino che, in turno, difficilmente potrà essere sanificato in modo efficace, mettendo a rischio la sicurezza igienica delle consegne successive, magari anche alimentari.

Questo elemento non è certo una novità; è già stato portato all'attenzione in precedenti discussioni. Tuttavia, l'insaziabile "ingordigia" delle applicazioni non accenna a diminuire, rendendo necessario riproporre con forza questo problema. La logica del profitto a tutti i costi sembra prevalere sulla tutela della salute pubblica e sulla sicurezza dei lavoratori.

È fondamentale interrogarsi sulle responsabilità di queste piattaforme e sulla reale efficacia dei protocolli esistenti di fronte a queste pratiche. La trasformazione dei contenitori delivery in "carriole" improvvisate solleva seri dubbi sulla serietà con cui vengono affrontate le questioni di sicurezza e igiene. Fino a quando si potrà tollerare questa deregulation di fatto, che mette a repentaglio la salute dei consumatori e la sicurezza dei rider? La risposta non può più attendere.

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