Oltre l'Etichetta: Siamo Rider, Non Inricolocabili
Dietro ogni consegna rapida, dietro ogni sorriso frettoloso, c'è una storia. Non siamo semplici "inricolocabili", come qualche manager di piattaforma si è lasciato sfuggire. Siamo lavoratori, con ambizioni, sogni e la piena consapevolezza della precarietà che purtroppo caratterizza il mondo del lavoro, un mondo in cui le grandi piattaforme sembrano sguazzare, sicure di trovare sempre nuove braccia disposte ad accettare condizioni instabili pur di lavorare.
Conosciamo bene il gioco. Sappiamo che il ricambio è facile per chi gestisce algoritmi e flotte virtuali. Sanno che la necessità spinge molti ad accettare paghe incerte e tutele minime. Ma questa consapevolezza non ci rende pedine intercambiabili. Ci rende persone che ogni giorno affrontano il traffico, il maltempo, la pressione dei tempi di consegna, portando avanti un servizio essenziale per molti.
E sì, lo sappiamo fin troppo bene. Viviamo sulla nostra pelle come, in troppi casi, le applicazioni che ci danno lavoro tentino in ogni modo di aggirare quei pochi diritti che faticosamente ci siamo conquistati. Sentiamo il peso di algoritmi opachi che decidono le nostre giornate e i nostri guadagni, spesso senza una reale possibilità di replica. Vediamo come le tutele, quando esistono, sembrano un optional, un costo da minimizzare a tutti i costi.
Questo non è un lamento sterile. È una presa di coscienza, una voce che si alza per rivendicare dignità e riconoscimento. Non siamo invisibili, non siamo numeri. Siamo parte integrante del tessuto economico e sociale, e meritiamo rispetto e tutele adeguate, come qualsiasi altro lavoratore.
Questo blog vuole essere uno spazio per condividere le nostre storie, le nostre sfide, le nostre vittorie. Un megafono per far sentire la voce di chi pedala ogni giorno, spesso nell'ombra, ma che ha tanto da dire sul presente e sul futuro del lavoro.
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