Verbali ai Rider: Ancora una Volta a Pagare Sono gli Ultimi?

Ancora un verbale. Ancora un rider pizzicato a bordo di un mezzo non omologato. E ancora una volta, ci troviamo di fronte a una situazione che, pur nella sua sacrosanta osservanza delle norme sulla sicurezza, lascia l'amaro in bocca.

Non mettiamo in discussione, anzi, ribadiamo con forza, l'importanza del rispetto delle regole, soprattutto quando si tratta di tutelare la salute e la sicurezza di chi lavora sulle nostre strade. Tuttavia, non possiamo fare a meno di sottolineare un aspetto cruciale, una dinamica che le piattaforme di delivery conoscono perfettamente: i loro algoritmi, con i loro parametri spesso orientati alla velocità e alla quantità di consegne, finiscono per incentivare, se non addirittura rendere quasi necessaria, la scelta di mezzi più agili e veloci, anche se non sempre in regola con le normative.

È una denuncia che portiamo avanti da tempo: le app di delivery sono parte integrante di questo sistema e non possonoErano chiamarsi fuori dalle responsabilità.

E così, ancora una volta, ci chiediamo: per far rispettare le regole, bisogna sempre colpire gli ultimi anelli della catena? I rider, spesso lavoratori precari e con margini economici risicati, si trovano a dover scegliere tra la necessità di guadagnarsi da vivere e il costo, a volte proibitivo, di mezzi completamente omologati.

Nel frattempo, nella nostra Torino, assistiamo a fenomeni che sollevano ulteriori interrogativi. Come funghi spuntano attività commerciali di vario genere – kebab, CAF dall'operatività a volte ambigua – e un proliferare di ciclisti e rivenditori di biciclette improvvisati, che spesso mettono in circolazione mezzi non idonei e potenzialmente pericolosi per la viabilità urbana.

Davanti a questo scenario, la domanda sorge spontanea: l'attenzione delle autorità si concentra davvero su tutte le criticità del nostro tessuto urbano, o si focalizza in modo sproporzionato su chi, spesso, è vittima di un sistema più grande?

Non è negando la necessità di regole che si costruisce una città più sicura e giusta. Ma è fondamentale un approccio più ampio, che non si limiti a sanzionare l'anello più debole, ma che affronti le cause profonde e le responsabilità di tutti gli attori in gioco.

 

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