La Guerra dei Rider: Chi Paga il Prezzo?
Rider Contro Rider: Il Gioco al Ribasso
Una delle dinamiche più inquietanti è la guerra tra i rider stessi. Motociclisti o in vettura contro ciclisti, italiani contro stranieri,stranieri contro Italiani.Si sente dire che i lavoratori stranieri accettano tariffe più basse perché "tanto non pagano le tasse", o che i "doppi account" sono la causa delle scelte delle applicazioni. Lavoratori extracomunitari che dicono meglio poco che niente un paio di anni e vado via.Tutte narrative tossiche che deviano l'attenzione dal vero problema: le piattaforme che fomentano questa divisione per il loro tornaconto. È un classico "divide et impera", dove la precarietà spinge i lavoratori a competere l'uno contro l'altro invece di unirsi contro lo sfruttamento.
La Giungla dei Sindacati e i Contratti
E come se non bastasse, in questa arena si gettano anche i sindacati, complicando ulteriormente la situazione. Ricordiamo bene la sigla che nel 2020 firmò con Assodelivery un contratto di collaborazione (basta cercare un attimo per trovarne il nome) che, lungi dal tutelare i rider, ha legittimato una forma di precarietà. Questa stessa sigla ora si permette di attribuire la colpa di modifiche come il "free login" di Glovo ad altre organizzazioni sindacali che, al contrario, hanno sempre denunciato come l'algoritmo così impostato portasse alla subordinazione.
Poi c'è chi, sentendo il "cigolio delle funi dell'ascensore sociale", si è gettato nella mischia , ma senza una reale comprensione delle dinamiche e delle necessità dei lavoratori. E, in questo caos, un quarto attore sindacale, forse il meno importante per rappresentatività, è rimasto completamente assente, lasciando un vuoto incolmabile.
Le Vere Vittime: Rider, Clienti e Ristoratori
Chi ci rimette in questa guerra?
I Rider: Costretti a turni estenuanti per tariffe irrisorie, in competizione con i propri colleghi, senza tutele e con una precarietà costante che li espone a rischi quotidiani. La loro dignità è calpestata in nome del profitto.
I Clienti: Si ritrovano con pasti freddi, consegne ritardate e, peggio ancora, potenziali rischi per la salute. Quanti sanno che nello zaino del rider poco prima del loro pasto sono stati trasportati prodotti incompatibili con i protocolli HACCP? La qualità del servizio è sacrificata sull'altare del massimo ribasso.
I Ristoratori: Taglieggiati da commissioni esorbitanti, con un servizio che spesso non funziona e che li costringe a subire le logiche delle piattaforme, anziché essere partner in un rapporto equo.
Un Disastro Totale a Beneficio di Pochi
In sintesi, siamo di fronte a un disastro completo. Le uniche a prosperare sono le applicazioni multimilionarie, che continuano a macinare profitti, ad annunciare fusioni, vendite e nuove partnership, mentre l'intera filiera del delivery si disintegra sotto il peso della loro avidità.
È ora di dire basta. È ora di unirsi, di pretendere tutele reali, contratti dignitosi e un futuro sostenibile per tutti coloro che lavorano nel delivery. Fino a quando continueremo a farci la guerra tra di noi, saranno sempre loro a vincere.
La Guerra dei Rider: Nomi, Fatti
Il mondo del delivery non è solo un mercato in evoluzione; è un campo di battaglia dove la dignità dei lavoratori è costantemente messa alla prova. In questa lotta senza esclusione di colpi, le piattaforme multimilionarie dettano le regole, mentre i rider, i clienti e persino i ristoratori subiscono le conseguenze di una guerra che sembra non avere fine. E in tutto questo, il ruolo dei sindacati è tutt'altro che limpido, con eventi e decisioni che hanno spesso confuso più che chiarito la situazione.
I Protagonisti e le Loro Scelte: Un Sindacalismo Frammentato
Analizziamo senza timore di essere "omertosi" gli attori sindacali e le loro mosse, che hanno plasmato il precario panorama del delivery in Italia:
UGL: Il Contratto della Collaborazione Contestata (2020) Nel 2020, l'UGL (Unione Generale del Lavoro) firmò con Assodelivery il Contratto Collettivo Nazionale per i rider (CCNL Rider). Questo accordo, presentato come un contratto di collaborazione autonoma, fu immediatamente contestato dai rider e da altre sigle sindacali. La critica principale? Non solo l'UGL non aveva alcuna rappresentanza effettiva tra i rider, ma il contratto portava a un netto peggioramento delle condizioni contrattuali e delle tariffe. Invece di offrire tutele, legittimava un modello di lavoro precario, dove la retribuzione a cottimo e l'assenza di veri diritti rendevano la vita dei lavoratori ancora più difficile.
CGIL: La Battaglia per la Subordinazione e l'Accordo con Just Eat (2018-2021) La CGIL (Confederazione Generale Italiana del Lavoro) ha avuto un approccio decisamente diverso. Già nel 2018, denunciava apertamente la criticità dell'algoritmo delle piattaforme, riconducendolo alla subordinazione mascherata, una forma di lavoro dipendente senza le tutele del caso. Questa posizione coerente portò i suoi frutti nel 2021, quando la CGIL, insieme alla CISL,UIL firmò un importante accordo con Just Eat. Questo contratto riconosceva i rider come lavoratori subordinati, garantendo loro diritti, tutele e un salario minimo di, segnando un precedente significativo nella lotta per i diritti nel settore.
CISL: Tra Subordinazione e Ambiguità (2021 e Oltre) La CISL (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori), in quanto sindacato confederale, ha affiancato la CGIL nella firma del contratto di subordinazione per i rider di Just Eat nel 2021. Tuttavia, la sua posizione per i rider di altre piattaforme come Glovo e Deliveroo è apparsa spesso meno chiara. Nonostante l'impegno per la subordinazione in un contesto, ha mantenuto un'idea meno definita per le dinamiche di lavoro di altre piattaforme, lasciando un'ombra di incertezza sulla sua strategia complessiva.
UIL: L'Assenza Ingiustificata La UIL (Unione Italiana del Lavoro), un'altra delle maggiori confederazioni sindacali, è rimasta pressoché assente da questa cruciale vertenza. Nonostante la sua natura confederale e il potenziale impatto che avrebbe potuto avere, la UIL non ha partecipato attivamente alle discussioni e alle negoziazioni che hanno definito il futuro dei rider, lasciando un vuoto di rappresentanza in un momento di grande necessità.
La Guerra dei Rider: Tra Sfruttamento Quotidiano, Silenzio Mediatico e Propaganda Politica
Il mondo del delivery è un teatro di battaglia, una realtà cruda e quotidiana che noi rider viviamo sulla nostra pelle ogni singolo giorno. Non è solo un dibattito teorico, ma una somma di esperienze fatte di chilometri, fatica, rischi e ingiustizie. Tutto ciò che abbiamo descritto finora non è frutto di speculazioni, ma è documentato in innumerevoli comunicati stampa e testimonianze dirette che si possono facilmente ritrovare online.
L'Indifferenza Quotidiana e il Riflettore Mediatico a Intermittenza
La cosa più frustrante è il silenzio assordante che ci circonda. Finché la ruota gira, finché le consegne arrivano e le piattaforme macinano profitti, la nostra condizione è invisibile. I media, la stampa, i grandi giornali... sembrano ricordarsi di noi solo in due circostanze:
Quando uno di noi cade e si fa male: Solo allora, purtroppo, la nostra vulnerabilità diventa notizia. L'incidente, la frattura, il ricovero: è il dolore a garantirci un titolo, un fugace momento di attenzione che svanisce appena la ferita inizia a rimarginarsi.
Quando c'è il clamore di un evento eccezionale: Solo un accadimento di risonanza nazionale, un'inchiesta di vaste proporzioni o una sentenza che fa scalpore può far sì che un articolo sui rider "garantisca di andare nelle prime pagine". Ma la quotidianità, l'usura, la precarietà cronica, quella no, non fa notizia.
È un paradosso crudele: per essere visti, dobbiamo soffrire o generare uno scandalo. La normalità del nostro sfruttamento è sistematicamente ignorata.
La Politica: Dagli Spot Elettorali alla Totale Assenza di Soluzioni Reali
E poi c'è la politica. Ah, la politica! Quella che ci usa come spot elettorali, quella che sbandiera la "tutela dei lavoratori" a ogni piè sospinto, ma che nei fatti si traduce in promesse vuote e in un'assenza di interventi strutturali. Personaggi come Luigi Di Maio, Matteo Renzi, Matteo Salvini – appartenenti a schieramenti e con visioni politiche diametralmente opposte – hanno tutti, chi più chi meno, parlato della figura del rider.
Si sono presentati come difensori, come portavoce delle nostre istanze. Eppure, nonostante le parole, le pacche sulle spalle e i selfie, la nostra situazione non è migliorata in maniera significativa. Le loro "visioni e colori diversi di bandiera" non si sono tradotti in una normativa chiara e vincolante che ci garantisca diritti, sicurezza e dignità lavorativa. Hanno usato la nostra immagine per guadagnare consensi, per riempire i loro comizi e i loro programmi televisivi, ma al di là della propaganda, non c'è stato un impegno concreto e risolutivo.
La Guerra dei Rider: Mentre i Grandi Litigano, Tu Puoi Fare la Tua Parte!
Il panorama del delivery è un campo di battaglia complesso, dove lavoratori, piattaforme e sindacati si scontrano su rivendicazioni contrattuali, algoritmi e diritti. Mentre si cerca di capire chi abbia ragione in questo labirinto di interessi e promesse, noi rider continuiamo a pedalare e a guidare, spesso in condizioni precarie e invisibili.
Ma in questa guerra, c'è un attore fondamentale che può fare la differenza, al di là delle dinamiche sindacali e delle promesse politiche: tu, il cliente.
Non Sei Solo un Consumatore: Sei un Fattore di Cambiamento
Spesso, quando ordini cibo a domicilio, pensi solo al pasto che ti arriverà caldo e al comfort di non dover uscire. Ed è giusto, è il servizio che paghi. Ma dietro ogni consegna, c'è una persona che sta lavorando, spesso con fatica, in condizioni che pochi conoscono a fondo.
Mentre le discussioni su chi abbia firmato cosa nel 2020 o chi abbia lottato per la subordinazione, la realtà quotidiana dei rider è fatta di chilometri, rischi e tariffe spesso irrisorie. La politica, da Di Maio a Renzi a Salvini, ci usa per spot elettorali, ma poi nei fatti non c'è un vero cambiamento. E i media si ricordano di noi solo quando cadiamo o quando c'è uno scandalo.
Ma tu, come cliente, hai un potere che spesso sottovaluti. Non sei solo un "utente" passivo, ma una parte attiva di questa filiera. Puoi scegliere, puoi agire, e le tue scelte possono avere un impatto concreto sulla vita di chi ti porta il cibo a casa.
Come Puoi Fare la Tua Parte: Gestire la Tua Parte della Giustizia
Ecco alcune azioni concrete che puoi intraprendere per sostenere i rider e contribuire a un delivery più giusto:
Sii Generoso con la Mancia (Se Possibile): È un gesto semplice, ma fa un'enorme differenza. Per molti rider, la mancia non è un extra, ma una parte essenziale del loro guadagno. Riconosce la fatica e il rischio, soprattutto in condizioni meteo avverse o per consegne complesse.
Comprendi i Tempi di Consegna: A volte, i ritardi non dipendono dal rider. Il traffico, la distanza o i tempi di preparazione del ristorante possono influenzare i tempi. Sii paziente e comprensivo, e se c'è un problema, cerca di comunicare con il rider prima di lamentarti con l'assistenza clienti dell'app.
Considera il Ritiro Diretto (Se Possibile): Se il ristorante è vicino e ti è comodo, ritirare l'ordine direttamente permette al ristorante di risparmiare sulle commissioni delle app e, potenzialmente, al rider di non dover fare una corsa poco remunerativa.
Informati e Sostieni: Cerca informazioni sulle condizioni dei rider nella tua città, segui le associazioni o i gruppi che si battono per i loro diritti. Una maggiore consapevolezza è il primo passo per chiedere cambiamenti significativi anche alle piattaforme e alla politica.
Mentre si continua a dibattere su chi abbia ragione nelle rivendicazioni contrattuali e su come regolare un settore così complesso, tu puoi fare la tua parte ogni volta che ordini. Ogni tua scelta, ogni tuo gesto, può contribuire a rendere il delivery un po' più giusto per chi, sotto la pioggia o il sole, ti porta il cibo a casa.
Sei pronto a fare la differenza?
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