La Salute e la Sicurezza Non Sono Sabotaggio, ne uno spauracchio Ma un Diritto!


 Il lavoro di rider può assolutamente causare malattie che possono rimanere permanenti a causa delle specifiche condizioni in cui viene svolto.


Sentiamo spesso dire che parlare di salute e sicurezza nel mondo del delivery sia un tentativo di "sabotare" le piattaforme, di volerle chiudere. Ma chiariamoci subito: la nostra incolumità non è un capriccio, non è un pretesto per bloccare il lavoro. È un diritto fondamentale che non può e non deve essere messo in discussione.

Le strade che percorriamo ogni giorno, con qualsiasi condizione atmosferica, sono il nostro ufficio. I ritmi serrati imposti dagli algoritmi, la pressione per consegnare sempre più velocemente, mettono a dura prova la nostra salute fisica e mentale. Non siamo macchine, siamo persone.

E allora, cosa dire delle famigerate 50 giornate lavorative che le applicazioni utilizzerebbero per "verificare l'idoneità" dei rider? Cinquanta giorni di prova, spesso senza tutele adeguate, dove la "verifica" sembra concentrarsi unicamente sulla nostra capacità di pedalare e consegnare, ignorando completamente le condizioni in cui lo facciamo. Sembrerebbe quasi che l'unico aspetto rilevante di questo "lavoretto" sia la nostra salute, intesa come mera capacità fisica di resistere.

Ma la salute non è solo assenza di malattia. È benessere fisico, mentale e sociale. Significa avere mezzi sicuri, essere formati sui rischi, avere tempi di lavoro sostenibili, essere protetti in caso di infortunio.

Non chiediamo la luna. Chiediamo semplicemente che le piattaforme si assumano le proprie responsabilità nei confronti di chi, con la propria fatica, genera profitto. Chiediamo condizioni di lavoro dignitose, che tengano conto della nostra salute e della nostra sicurezza.

Parlare di questi temi non è sabotaggio. È un atto di responsabilità, un grido di allarme per una situazione che non può più essere ignorata. È un invito alle piattaforme, alle istituzioni e alla società tutta a riconoscere il valore del nostro lavoro e la sacrosanta importanza della nostra salute e sicurezza.

Siamo lavoratori, non numeri. La nostra salute e la nostra sicurezza vengono prima di ogni algoritmo e di ogni logica di profitto



La "Visita Medica" delle App di Delivery: Una Beffa Sulla Nostra Pelle


Ancora una volta, le piattaforme di delivery ci propinano una farsa travestita da tutela. Parliamo della famigerata "visita medica" che, a loro dire, dovrebbe garantire la nostra idoneità al lavoro. Ma diciamocelo chiaramente: è una beffa colossale, un contentino ipocrita che ignora completamente i reali problemi di salute a cui siamo esposti giorno dopo giorno.

Ci chiedono di compilare questionari frettolosi, magari di fare qualche blando accertamento. Ma chi si preoccupa veramente delle conseguenze a lungo termine di questa attività logorante? Chi tiene conto dei dolori cronici alla schiena e alle articolazioni causati da ore in sella o alla guida? Chi pensa ai problemi ai polsi e alle mani per le continue sollecitazioni? E che dire dello stress fisico e mentale, della precarietà, dei ritmi massacranti che minano la nostra salute giorno dopo giorno?

Questa pseudo-visita medica è un tentativo superficiale di scaricarsi da ogni responsabilità. Ci fanno credere di essere tutelati, ma in realtà non affrontano minimamente le vere criticità legate alla natura usurante del nostro lavoro. È come mettere un cerotto su una ferita profonda, sperando che guarisca da sola.

La verità è che la nostra salute viene messa a dura prova costantemente:

Posture scorrette prolungate: Ore in bicicletta o scooter, spesso con carichi pesanti, mettono a dura prova la nostra colonna vertebrale e le articolazioni.

Vibrazioni continue: Soprattutto per chi usa mezzi a motore, le vibrazioni costanti possono causare problemi alla schiena e agli arti.

Sbalzi termici e condizioni atmosferiche avverse: Lavoriamo con il sole cocente, sotto la pioggia battente, con il freddo pungente. Il nostro corpo è costantemente sottoposto a stress termico.

Rischio di incidenti: Il traffico, le strade dissestate (pensiamo alle buche di Torino!), la fretta di consegnare ci espongono a un elevato rischio di incidenti, con conseguenze fisiche spesso gravi.

Stress e ansia: La pressione per rispettare i tempi di consegna, la precarietà del lavoro, la mancanza di tutele generano stress e ansia cronici, con ripercussioni sulla nostra salute mentale e fisica.

Questa "visita medica" non scalfisce nemmeno la superficie di questi problemi. Non prevede controlli specifici per le patologie muscolo-scheletriche legate alla nostra attività, non valuta l'impatto dello stress cronico, non ci offre alcun supporto per la prevenzione degli infortuni.

Noi non siamo semplici "fattorini su due ruote". Siamo lavoratori che mettono a rischio la propria salute per garantire un servizio essenziale. Meritiamo una vera tutela, non una farsa burocratica.

Chiediamo a gran voce:

Visite mediche specialistiche che tengano realmente conto dei rischi specifici della nostra professione.

Programmi di prevenzione per le patologie muscolo-scheletriche e per la gestione dello stress.

Fornitura di attrezzature di sicurezza adeguate e supporto per la manutenzione dei nostri mezzi.

Riconoscimento della natura usurante del nostro lavoro, con conseguenti tutele previdenziali.

Basta con le prese in giro! La nostra salute non è un optional. Vogliamo rispetto e tutele concrete, non una "visita medica" che è solo l'ennesima beffa sulla nostra pelle.

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