L'ennesima Sberla ai Rider: Deliveroo Venduta a DoorDash per 2.9 Miliardi di Sterline
Ancora una volta, assistiamo a una transazione milionaria nel mondo del food delivery che suona come una beffa per i migliaia di rider che ogni giorno pedalano instancabilmente per le nostre città. La notizia della vendita di Deliveroo a DoorDash per la stratosferica cifra di 2.9 miliardi di sterline getta un'ombra ancora più cupa sulla già precaria situazione di questi lavoratori.
Nonostante le ripetute richieste dei sindacati italiani e le chiare sentenze che definiscono i rider come lavoratori subordinati, le piattaforme continuano a ignorare le loro responsabilità. Ricordiamo bene le argomentazioni di Deliveroo sulla presunta intrinseca precarietà del modello di business e sulla difficoltà di regolarizzare i propri collaboratori. Un mantra che sembra svanire di fronte a cifre di vendita così esorbitanti.
Parliamo di un settore, quello del delivery, dove solo nel 2024 DoorDash e Deliveroo insieme hanno operato in ben 40 paesi, generando un fatturato complessivo di 90 miliardi di dollari. Numeri che fanno girare la testa e che stridono violentemente con le condizioni spesso al limite dello sfruttamento in cui versano i rider.
La domanda sorge spontanea e carica di indignazione: fino a quando queste applicazioni continueranno ad accumulare profitti vertiginosi senza riconoscere i diritti fondamentali di chi, con la propria fatica, contribuisce in maniera determinante al loro successo? Fino a quando dovremo assistere a queste operazioni miliardarie che sembrano ignorare completamente il valore umano e il sacrosanto diritto a una retribuzione equa e a tutele adeguate?
Questa vendita non può e non deve passare inosservata. È un'ulteriore prova della necessità impellente di un intervento legislativo serio e deciso che ponga fine a questo far west del delivery. I rider non sono semplici "collaboratori" usa e getta, ma lavoratori a tutti gli effetti che meritano rispetto, dignità e diritti.
È ora di dire basta a questo modello di sfruttamento mascherato da "innovazione". È ora che le piattaforme smettano di anteporre il profitto al benessere dei propri lavoratori. È ora che la politica si assuma la responsabilità di regolamentare un settore che sta costruendo la propria fortuna sulla fragilità e la precarietà di migliaia di persone.
Continueremo a far sentire la nostra voce, a sostenere le battaglie dei rider e a chiedere giustizia. Questa ennesima vendita milionaria non fa altro che rafforzare la nostra determinazione. La dignità del lavoro non ha prezzo, e non può essere svenduta per qualche miliardo di sterline.
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