Non Siamo Autonomi, Siamo Subordinati: La Tua Sete è la Prova!

 Qui a Torino, mentre il sole inizia a scaldare la mattinata di questo sabato 17 maggio, la realtà del nostro lavoro come rider di Deliveroo è ben lontana dalla favola dell'autonomia che ci viene raccontata. La tua semplice "voglia di birra" e il modo in cui Deliveroo ci costringe a gestirla ne sono la prova lampante: siamo subordinati, non liberi professionisti.

Le normative sulla vendita di alcolici sono chiare e la necessità di verificarne l'età è un principio che condividiamo. Ma il modo in cui Deliveroo ci impone di adempiere a questo obbligo smaschera la vera natura del nostro rapporto lavorativo. Non ci viene lasciata alcuna discrezionalità: siamo costretti a seguire una procedura specifica e dettagliata, inserendo i dati dei clienti in un forum online.

E la tua "voglia di birra", consumatore torinese, diventa l'elemento che inchioda Deliveroo alle sue contraddizioni. Il tuo desiderio di ricevere comodamente a casa una bevanda alcolica innesca un meccanismo che evidenzia la nostra subordinazione di fatto:

Imposizione di una procedura specifica: Deliveroo non ci chiede semplicemente di rispettare la legge. Ci ordina come farlo, attraverso un processo di inserimento dati che è tipico di un dipendente che segue le direttive del proprio datore di lavoro. Questa direttiva operativa vincolante annulla qualsiasi parvenza di autonomia nella gestione del nostro lavoro.

Controllo sull'esecuzione della prestazione: Richiedendo l'inserimento dei dati, Deliveroo esercita un controllo diretto e minuzioso su come svolgiamo la verifica. Non si fida della nostra semplice diligenza, ma impone un tracciamento dettagliato di ogni consegna di alcolici. Questo controllo sull'esecuzione è un tratto distintivo del lavoro subordinato.

Assunzione di responsabilità da parte del "datore": Deliveroo, definendoci autonomi ma imponendoci questa procedura per tutelarsi legalmente, di fatto si assume una parte della responsabilità che, in un vero regime di autonomia, graverebbe interamente su di noi. Questa mossa è un tacito riconoscimento della nostra dipendenza e della loro necessità di esercitare un controllo per mitigare i propri rischi.

Mentre tu, qui a Torino, magari stai già pensando a quale birra ordinare per goderti questo sabato, noi rider siamo vincolati a procedure che ci trasformano in veri e propri impiegati di Deliveroo, con l'aggravante di non godere dei diritti e delle tutele che spettano ai lavoratori subordinati.

La tua "voglia di birra" smaschera la farsa dell'autonomia. Il tuo desiderio di un servizio comodo e veloce ci lega ancora più strettamente a una piattaforma che si arricchisce sulle nostre spalle, negandoci i diritti fondamentali.

Non siamo autonomi, siamo subordinati. La tua sete, caro consumatore, è solo l'ultima prova di questa amara verità. È ora che Deliveroo e le altre piattaforme smettano di nascondersi dietro la retorica dell'autonomia e riconoscano il nostro vero status di lavoratori, con tutti i diritti e le tutele che ne conseguono. La tua birra non dovrebbe costarci la nostra dignità!

Commenti

  1. Cambia lavoro se nn ti sta bene

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  2. Guarda, credo che la mia scelta personale non debba essere oggetto di dibattito, così come ritengo che la tua risposta sia priva di argomentazioni e sterile di per sé. Se riuscissi a spiegarmi, con riferimenti normativi, in base a quale legge ti viene imposto da una terza parte come svolgere il tuo lavoro, che per quest'ultima è considerato autonomo, te ne sarei grato. Faccio presente che la mia osservazione non deriva da un mio pensiero personale, ma si basa sull'ordinamento che disciplina il lavoro. Se mi fornisci delle specifiche su come lavorare, dandomi anche gli strumenti per farlo, in questo caso, e nel contesto di questo forum, si parlerebbe tranquillamente di subordinazione

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