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Free Login: Fumo negli Occhi per Nascondere la Scomparsa della Subordinazione (e Fare Affari con gli Hacker)

Certo, la narrazione di Glovo è cambiata. Il free login non sarebbe una mossa per aggirare la normativa europea (ma chi ci crede?), bensì un modo per combattere i doppi account. Un nobile intento, sulla carta. Ma la realtà, ancora una volta, è un'altra, ben più torbida e preoccupante.

Mentre Glovo sbandiera questa presunta crociata contro i "furbetti" dei doppi account, cancella silenziosamente le tracce di quel sistema di ranking che, più volte, ha smascherato la subordinazione algoritmica ai nostri danni. Quel sistema di punteggi basato su "presenza", "efficienza", "feedback clienti e partner" che, come la magistratura ha riconosciuto, ci legava mani e piedi a logiche aziendali stringenti, condizionando persino la nostra possibilità di lavorare.

Il free login diventa così una perfetta cortina fumogena. Eliminando il ranking "incriminato", Glovo spera di far sparire anche le prove di quella subordinazione che la normativa europea le impone di smentire. "Vedete? Non ci sono più algoritmi che vi controllano!", sembrano dire. Ma la verità è che la logica del massimo profitto con il minimo sforzo (e costo) per la piattaforma rimane la stessa.

E mentre Glovo gioca a nascondino con la legge, un altro, inquietante fenomeno serpeggia nelle chat dei rider: gli hacker che fanno affari d'oro.

La deregolamentazione apparente del free login, unita alla cronica necessità di molti rider di massimizzare i guadagni, crea un terreno fertile per attività illecite. La compravendita di account, l'utilizzo di software non autorizzati per "ottimizzare" la ricezione degli ordini, diventano un mercato nero fiorente.

Chi ne fa le spese? Ancora una volta, i rider onesti, quelli che cercano di lavorare rispettando le regole. Si ritrovano a competere non solo con un numero potenzialmente illimitato di colleghi online, ma anche con chi utilizza mezzi illeciti per avvantaggiarsi, spesso con la tacita (o forse nemmeno tanto tacita) tolleranza di una piattaforma che sembra più interessata a gonfiare i numeri che a garantire un sistema equo.

Il free login, quindi, non risolve il problema dei "furbetti", anzi, rischia di crearne di nuovi e di alimentare un mercato nero sotterraneo. E tutto questo mentre Glovo si autoassolve dalle accuse di subordinazione, puntando il dito contro i presunti "furbi" per distogliere l'attenzione dalla vera questione: un modello di business che ci considera pedine sacrificabili.

Siamo stanchi di essere presi in giro. La lotta contro i doppi account è una battaglia sacrosanta, ma non può e non deve essere usata come pretesto per cancellare i nostri diritti e per creare un caos ancora maggiore nel sistema.

Vogliamo trasparenza, regole chiare e rispetto. Vogliamo che Glovo si assuma le proprie responsabilità, smetta di eludere la normativa europea e ci tratti come i lavoratori che siamo. Il free login, così come è stato implementato, sa tanto di fuga in avanti, di un tentativo maldestro di nascondere la polvere sotto il tappeto. E noi, quel tappeto, abbiamo intenzione di alzarlo.

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