Il Caldo (e ' caldo sia per subordinati che autonomi l'indifferenza delle applicazioni del delivery e' uguale)







 Quando le temperature superano i 30, i 35, persino i 38 gradi, per molti di noi la prima reazione è cercare riparo nell'aria condizionata o all'ombra. Ma c'è una categoria di lavoratori che non può permettersi questo lusso: i rider. Persone che sfrecciano per le nostre città sotto il sole cocente, trasformando la loro bicicletta o il loro scooter in un forno su due ruote, per consegnarci comodamente a casa cibo e beni di consumo.

Il caldo non è solo fastidio, è un rischio concreto per la salute. Disidratazione, colpi di calore, svenimenti: questi non sono scenari apocalittici, ma pericoli reali che i rider affrontano ogni giorno d'estate. Eppure, l'indifferenza delle piattaforme di delivery è disarmante.

L'Ipocrisia delle Piattaforme: Bonus o Consigli Ridicoli?

Le app che inquadrano i rider come autonomi hanno trovato il loro modo per "gestire" la situazione: offrono bonus per incentivare le consegne anche con temperature estreme. In pratica, ti dicono: "Se ti cucini sotto il sole, ti diamo qualche euro in più". Una mossa che suona più come una compensazione per il rischio che un reale tentativo di tutela.

Le piattaforme che, invece, inquadrano i rider come subordinati non fanno molto meglio. Invece di applicare le normative sulla sicurezza sul lavoro (come il D.Lgs. 81/08) o i protocolli meteo che imporrebbero interruzioni o limiti, si limitano a inviare messaggi banali: "Vestiti leggero, cerca l'ombra, bevi tanta acqua". Consigli talmente ovvi da risultare offensivi, quasi una presa in giro. Ci mostrano perfino la mappa delle fontanelle, come se un rider sotto pressione, in mezzo al traffico, potesse permettersi lunghe soste per dissetarsi. E la ricerca di un'ombra per aspettare un ordine? Spesso è pura utopia.

Istituzioni Assenti e Indifferenza Diffusa

Anche le istituzioni mostrano gravi lacune. L'anno scorso, la Regione Piemonte ha emanato un'ordinanza sul caldo per proteggere i lavoratori all'aperto, ma ha escluso esplicitamente i rider. Come se il caldo per loro fosse diverso, o come se la loro vita valesse meno.

La verità è che per strada, in macchina o in bici, il caldo è insopportabile. Ma negli uffici, dove i manager si godono l'aria condizionata, il problema non viene percepito. E non lo vedono neanche i clienti, che spesso non riflettono sulla provenienza del loro ordine, magari arrivato dalla parte opposta della città, consegnato da quel "puntino" che si muove sullo schermo, che in realtà è una persona che fatica sotto i famosi 38 gradi.

È tempo di smettere di ignorare questa realtà. I rider non sono punti su una mappa, sono persone. Meritano tutele, rispetto e condizioni di lavoro dignitose, soprattutto quando il caldo diventa un nemico mortale come successo questa settimana


così Brahim Ait El Hajjam, 47enne di origini marocchine titolare della ditta edile Veneto Pavimenti Sas, con sede nel Trevigiano, dove viveva da tempo. Lunedì 30 giugno il 47enne stava lavorando all’interno del cantiere delle scuole Jussi a San Lazzaro (Bologna), dove la sua azienda era coinvolta nei lavori di riqualificazione, quando i colleghi lo hanno visto accasciarsi. 





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