Il Prezzo della "Libertà" nel Delivery: consegniamo per loro paghiamo noi
Viviamo nell'era delle app, della flessibilità, della presunta autonomia. I rider, i driver, gli autisti NCC: figure onnipresenti nelle nostre città, spesso idealizzate come "imprenditori di sé stessi". Ti dicono: "Sei libero di accettare o meno l'ordine", magari con un tono amichevole, chiamandoti per nome. Ma la realtà, se guardiamo bene, è molto diversa. Non c'è niente di nuovo sotto il sole. In 45 anni, è solo cambiata la tecnologia, ma la dinamica fondamentale è rimasta la stessa: c'è sempre qualcuno che impartisce gli ordini e qualcuno che esegue.
Un Viaggio nel Tempo: 45 Anni di Ordini
Facciamo un salto indietro nel tempo per capire meglio:
1980: Il Pony Express e il Walkie-Talkie. Immaginate un ragazzo in moto, un giaccone di pelle e un walkie-talkie. Gli ordini gli arrivavano via radio: un'indicazione precisa, magari con qualche imposizione sul percorso. Niente autonomia, solo esecuzione. E il "diritto di disconnessione"? Sconosciuto.
2000: Il Ragazzo delle Pizze e la Telefonata. Il telefono squilla, il pizzaiolo prende l'ordine, lo passa al ragazzo in scooter. Il controllo è ancora in mano al gestore del locale, che decide tempi e zone di consegna. Sempre qualcuno che comanda, sempre qualcuno che esegue.
2018: L'Era del Rider e delle App. Le app di delivery esplodono. Sembra una rivoluzione: sei tu a decidere quando essere online. Ma presto capisci che quell'autonomia è un'illusione. L'algoritmo ti propone gli ordini, ti fissa tempi strettissimi, ti penalizza se rifiuti troppo o se non sei abbastanza veloce. Ti chiama per nome, certo, ma le "imposizioni" sono lì, più subdole che mai, a volte ignorando persino il tuo diritto di disconnessione con chiamate o notifiche insistenti.
2020: I Cugini Driver di Amazon. Con il boom dell'e-commerce, i furgoni di Amazon diventano una costante nel paesaggio urbano e suburbano. Qui il controllo è totale: percorsi ottimizzati, tempi di consegna al secondo, scansioni di ogni pacco. L'algoritmo è il vero capo, e il driver è un ingranaggio di una macchina logistica immensa.
2025 (e oltre): I Conducenti NCC. Nel futuro prossimo, anche il settore del Noleggio Con Conducente si evolverà, inglobando magari nuove forme di delivery specializzato. Gli ordini arriveranno sempre da piattaforme o centrali, che gestiranno rotte, tariffe e standard, mantenendo salda la catena di comando.
In 45 anni, lo strumento per ricevere gli ordini è passato da un walkie-talkie analogico a un'app sofisticata, ma il principio di "qualcuno che ordina e qualcuno che esegue" è rimasto intatto.
Il Costo Nascosto della "Libertà": I Nostri Mezzi, Il Loro Guadagno
Ma c'è un aspetto ancora più critico: quanto ci costa, a noi che eseguiamo, questa "libertà" di operare con i nostri mezzi?
Non vogliamo essere troppo "puntigliosi" sui rimborsi chilometrici, che spesso non tengono conto degli ultimi eventi geopolitici che fanno schizzare alle stelle i prezzi del carburante. Forse nel "mondo virtuale" delle app e degli algoritmi questi dettagli non contano, ma nella nostra realtà reale, i conti dobbiamo farli eccome.
Basta guardare solo quanto ci mettiamo ad ammortizzare il mezzo che utilizziamo per lavorare. E qui, non stiamo neanche contando il carburante, le manutenzioni ordinarie e straordinarie, le riparazioni o, nel peggiore dei casi, la sostituzione per rottura o furto.
Facciamo due calcoli approssimativi, ipotizzando solo il costo iniziale del mezzo e quanto dovremmo percorrere per "recuperarlo" con i guadagni medi di consegna (ipotizzando, per semplicità, un guadagno netto di circa 0.32 euro per km, cifra puramente indicativa e variabile):
Una macchina da 3.000 euro: Per ammortizzarla, dovremmo compiere circa 9.375 km di consegne.
Uno scooter da 1.500 euro: Dovremmo percorrere circa 10000 km per ammortizzarlo
Una bicicletta da 1.000 euro: Dovremmo pedalare per circa 16666 km per ammortizzarla
Ricordiamo le tariffe di rimborsi che applica Glovo:
0,32 per vetture
0,15 moto
0,06 bicicletta
Questi sono solo numeri per il costo iniziale del mezzo. Aggiungete l'assicurazione, la benzina, le pastiglie dei freni, gli pneumatici, le revisioni, e capirete che la "libertà" di usare il proprio mezzo ha un prezzo salato, spesso interamente a carico di chi sta alla base della piramide del delivery.
In fondo, il velo della "autonomia" e della "flessibilità" nasconde una verità amara: un sistema efficiente per chi gestisce le piattaforme, ma economicamente spesso insostenibile per chi consegna. Fino a quando non verranno riconosciuti adeguatamente i costi reali e i diritti di chi è in strada, la rivoluzione del delivery rimarrà una storia a metà.
Per i colleghi più critici, sì, anche questo testo è stato scritto con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale. Spero che la cosa non ti indigni troppo; non dovrebbe farlo, visto che, non appena è stato messo il "freelogin", proprio grazie all'Intelligenza Artificiale sono stati creati nuovi Bot che aggiornano le dinamiche del freelogin stesso.
Questi Bot, però, non sono gratis. Si aggiungono alle spese già elevate: tasse, costi di sostentamento, usura del mezzo e così via
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