La coperta corta della propaganda nel delivery: chi sfrutta chi?


 "Le bugie hanno le gambe corte", si dice, ed è proprio così per la propaganda che circonda il mondo del food delivery. Sembra che ci sia un tentativo, nemmeno troppo velato, di nascondere le responsabilità di chi ha gestito e continua a gestire le sorti dei rider, riversando la colpa su chi, in realtà, sta solo cercando di ottenere condizioni di lavoro più eque.

Parliamo chiaro: nel 2020, è stato firmato un contratto da lavoratori autonomi tra Assodelivery e UGL. Un contratto, per inciso, che è già scaduto. E chi l'ha firmato, pur di rimanere nell'"ascensore del delivery" – un ascensore in cui i rider sono di fatto gli sfruttati che tirano le funi – punta il dito contro i rider stessi. Quei rider che, stanchi di condizioni insostenibili, hanno avuto il coraggio di avviare delle vertenze per rivendicare più diritti.

È una dinamica perversa: chi dovrebbe tutelare i lavoratori, o chi ha siglato accordi che si sono rivelati inadeguati, ora cerca di demonizzare chi si batte per un miglioramento. I rider non sono il problema; sono la parte lesa. Le loro richieste non sono capricci, ma la legittima aspirazione a un trattamento dignitoso, a tutele che nel 2025 dovrebbero essere la norma per qualsiasi lavoratore.

È fondamentale smascherare questa narrazione distorta. La verità è che il modello di business del delivery, così come è stato impostato, ha sfruttato e continua a sfruttare una forza lavoro precaria, priva di garanzie e costretta a operare in condizioni spesso disumane. Dare la colpa a chi si ribella a questo sistema significa ignorare il problema alla radice e perpetuare un'ingiustizia.

I rider che hanno intrapreso azioni legali o che si sono mobilitati per i loro diritti non sono degli irriconoscenti o dei sovversivi. Sono semplicemente lavoratori che chiedono di essere trattati come tali, con il rispetto e le tutele che spettano a chiunque svolga un'attività lavorativa. La coperta della propaganda sarà pure corta, ma la dignità dei rider è una realtà che non può essere coperta a lungo.



Lo sa anche Ai che ha creato il testo nel video invece c'e' la realta' di come la condizione del freelogin su una flotta vasta come quella di Glovo abbia portato TANTI BEI CARTELLI PUBBLICITARI SPARSI PER LA CITTA insieme a tutta la precarieta




GUARDA IL VIDEO



Commenti